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Ecoballe, una prima intesa

Il Tirreno

Verso la nomina di un commissario da parte del presidente del Consiglio Conte
Il percorso concordato dal ministro Costa e dal capo della Protezione civile Borrelli

È un’emergenza nazionale
Manolo Morandini/Piombino
«L’obiettivo è rimuovere le ecoballe entro settembre». Così dal Ministero dell’Ambiente dopo il vertice tra il
ministro Sergio Costa e il capo dipartimento della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli, che si è tenuto
il 2 luglio. Sull’incontro si sono concentrate le attese di chi guarda con preoccupazione allo scorrere del
tempo da quando il 23 luglio 2015 il cargo IVY ha disperso 56 ecoballe, 63mila chili di plastiche eterogenee
di combustibile solido secondario (Css), sui fondali in prossimità dell’solotto di Cerboli. La soluzione non c’è.
E neppure è possibile stabilire quando potranno prendere il via i lavori di bonifica del fondale marino. L’unica
certezza è il percorso che è stato concordato tra il ministro Costa e il capo dipartimento della Protezione
civile per affrontare il problema. La dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, che consentirà
l’immediata nomina di un commissario straordinario per l’emergenza con poteri di deroga rispetto a quelli
previsti dalle procedure ordinarie. Ovvero quanto già da mesi è sui tavoli romani per superare i limiti della
nomina fatta a giugno dello scorso anno che di fatto a limitato le possibilità di intervento del commissario
straordinario contrammiraglio Aurelio Caligiore – capo del Reparto ambientale marino delle Capitanerie di
porto (Ram), struttura specialistica che è incardinata presso il ministero dell'Ambiente – che il 25 giugno è
decaduto dall’incarico. E la cui nomina dalla fine del 2019 è al centro di una contestazione da parte
dell’Autorità garante per la concorrenza del mercato, il cui pronunciamento è atteso per il 31 luglio.
Sgombrato il campo da un atto che sul campo si è dimostrato inadeguato a fronteggiare l’emergenza ci sono
tutti i margini per ripartire con il piede giusto, e senza che la burocrazia romana debba ammettere lo sbaglio
fatto un anno fa. Sul tavolo del capo dipartimento della Protezione civile nazionale c’è più di una nota. Una è
del capo di gabinetto del ministero dell’Ambiente in cui il ministro, il generale Sergio Costa, chiede la
proclamazione dell’emergenza nazionale per le ecoballe disperse nel golfo di Follonica. La stessa cosa ha
fatto il capo di gabinetto del governatore della Regione Toscana Enrico Rossi. E ce n’è un’altra sottoscritta
dal direttore generale dell’Ispra Alessandro Bratti, che definisce il recupero indifferibile. Anche il
contrammiraglio Caligiore, prima di decadere dall’incarico di commissario straordinario ha più volte
sollecitato un provvedimento in linea con l’emergenza. Di fatto, si è perso un anno per riconoscere che quei
63mila chili di plastiche eterogenee in fondo al mare sono un problema reale e che ha tutte le caratteristiche
per essere trattato come un’emergenza. A dichiarare lo stato di emergenza nazionale sarà il presidente del
Consiglio Giuseppe Conte. Un passaggio che dovrebbe avvenire non nel prossimo consiglio dei ministri,
dedicato al decreto semplificazioni, ma in quello successivo. Poi prima che il commissario straordinario, sul
cui nome non ci sono indiscrezioni, possa operare dovremo attendere la pubblicazione del decreto sulla
Gazzetta ufficiale.

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