Il Tirreno
La presidentessa Maria Frangioni lancia un appello ai primi cittadini elbani
«Il dramma non riguarda solo Piombino, serve un intervento unitario sul governo»
PORTOFERRAIO. «Le ecoballe sommerse nel fondale di Cerboli sono un rischio anche per l’Elba, i sindaci elbani si attivino al più presto». È l’appello che Legambiente Arcipelago toscano lancia ai primi cittadini dell’isola. Dopo i recenti interventi del sindaco di Piombino Francesco Ferrari, del presidente della Regione Toscana, dell’Onorevole Fratojanni e di Legambiente Toscana e Legambiente nazionale per chiedere al ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare Sergio Costa e al presidente del consiglio Giuseppe Conte di sbrogliare il pasticcio burocratico che non permette di recuperare dai fondali del canale di Piombino le ecoballe disperse in mare a poche centinaia di metri passi dall’isolotto di Cerboli (Comune di Rio) il 23 luglio 2015 dal cargo Ivy – che alzava bandiera fantasma, Legambiente Arcipelago Toscano si aspettava un intervento dei 7 sindaci dei Comuni elbani che andasse nello stesso senso, ma l’attesa dell’associazione ambientalista è passata invano. «Eppure – ricorda la presidente del Cigno verde isolano Maria Frangioni in una lettera inviata ieri ai sindaci -, come ha nuovamente sottolineato l’amministrazione comunale di Piombino, le 56 ecoballe, alcune delle quali sono state recuperate spiaggiate o in galleggiamento a ridosso della costa, e i 65.000 chilogrammi di plastiche eterogenee rappresentano un rischio altissimo di inquinamento sia per le nostre coste che per i fondali marini e il Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos e il Parco nazionale dell’Arcipelago toscano. Un pericolo che si è già palesato all’Elba con il vistoso inquinamento da plastiche in forte aumento sulle spiagge del Comune di Rio tra Bagnaia e Cavo, constatato nelle estati 2018 e 2019 dai volontari dell’iniziativa Vele Spiegate, e con il ritrovamento di un’ecoballa al largo delle coste dei Comuni di Capoliveri e Porto Azzurro». Legambiente evidenzia come «questo rischio non riguardi certo i soli comuni dell’Elba orientale, a rischio è anche il mare di Portoferraio e i comuni dell’Elba occidentale avrebbero comunque un contraccolpo di immagine pessimo dall’aggravarsi di una situazione che, così come la descrivono il sindaco di Piombino, la Regione e gli esperti è giunta al limite del punto di rottura». Per questo la presidente Maria Frangioni chiede ai sette primi cittadini elbani «un immediato intervento unitario verso il ministro dell’ambiente e il governo perché sblocchino immediatamente, e con i procedimenti necessari, il recupero delle ecoballe, per evitare ulteriori danni all’ambiente marino e non compromettere l’immagine turistica dell’Elba in un momento di così grande difficoltà».