Ecoballe, si parte dopo cinque anni Altri sei mesi per salvare il mare

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Ecoballe, si parte dopo cinque anni Altri sei mesi per salvare il mare

La Nazione, Cronaca Toscana

Decretato lo stato di emergenza, Borrelli commissario. Il ministro Costa: «Faremo tutto il possibile»

di Luca Mantiglioni

FOLLONICA (Grosseto) Cinque anni per capire sul serio che – forse – tenere tonnellate di rifiuti in plastica in balìa del mare non era un granché rassicurante. Per qualsiasi mare, figuriamoci se si parla delle acque che stanno all’interno del Parco dell’Arcipelago toscano e di quelle del santuario del cetacei. Ma prendiamo il lato positivo: l’attesa è finita, il Governo ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale e adesso potranno iniziare le operazioni di recupero la cui regia è stata affidata ad Angelo Borrelli, numero uno della Protezione civile nazionale. E’ un «mostro», quello che dovrà essere rimosso dal fondale. Sono 40 ecoballe che mettono insieme qualcosa «come 45 tonnellate – sottolinea Greenpeace – di rifiuti che hanno gravissime ripercussioni sull’ecosistema». Le «confezioni» perse dalla motonave turca «Ivy» il 23 luglio del 2015, in realtà, erano 56, ma sedici di queste o sono riaffiorate per iniziativa propria o sono state tirate su dalle reti di ignari pescatori. Troppe cose dal giorno dello scarico in mare delle ecoballe non sono andate come avrebbero dovuto, a iniziare dal comportamento del capitano della motonave che non avrebbe segnalato niente a nessuno, tant’è che solo una settimana dopo la questione diventa nota, ovvero quando una di queste balle viene «catturata» da un peschereccio di Follonica. Da lì, partono inchieste (due, una della Procura di Grosseto, l’altra – più tardi – dei colleghi di Livorno), verifiche, nomine di esperti, monitoraggi. Insomma, la burocrazia si mette in moto subito. Si mette in moto, ma si dimentica di far partire la macchina degli interventi concreti. Lo scorso 18 giugno, per dire, abbiamo organizzato un forum in redazione, a Grosseto, con l’ammiraglio Aurelio Caligiore (all’epoca con le funzioni di commissario, ma con pochi poteri decisionali), il sindaco di Piombino Francesco Ferrari, il commissario prefettizio di Follonica Alessandro Tortorella e Angelo Gentili, della Segreteria nazionale di Legambiente, e lì emerse un altro aspetto grottesco: tutti erano consapevoli dei rischi che si stavano correndo e della necessità di un intervento immediato (ministero dell’Ambiente in primis), ma non erano bastati 5 anni a far dichiarare l’unica cosa che poteva sbloccare la situazione. Lo stato di emergenza nazionale, appunto. «Nel massimo di sei mesi – dice adesso il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa – bisogna toglierle dai fondali del golfo di Follonica, perché altrimenti troveremo milioni di pezzi di plastica sulle spiagge e sulle coste».

L’incidente taciuto della motonave Ivy

1) Luglio 2015

La motonave IVY, un cargo battente bandiera delle isole Cook diretto al porto di Varna nel mar Nero, perde nel golfo di Follonica 63 tonnellate di rifiuti. Sono divise in 56 ecoballe costituite in prevalenza da materiale plastico pressato, utilizzabile come combustibile solido secondario (CSS) per termovalorizzatori. Il fatto non viene denunciato ma la prima è stata recuperata per caso nel 2016 da un peschereccio. Negli anni alcune sono riaffiorate e recuperate. Si presume che ora sui fondali ce ne siano ancora circa 45

2) Giugno 2019

Con decreto del Presidente della Repubblica è nominato Commissario straordinario del governo il contrammiraglio Aurelio Caligiore, Capo del Reparto Ambiente Marino del ministero dell’Ambiente, ufficiale in servizio effettivo del Corpo delle Capitanerie di Porto

3) Ottobre 2019

Partono le operazioni di recupero condotte dal Nucleo subacqueo della Guardia costiera di Genova ma il lavoro dell’ammiraglio Caligiore viene fermato dal Garante della concorrenza: contestata la sua nomina per incompatibilità dell’incarico con la sua posizione di ufficiale in servizio permanente effettivo

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