Il Tirreno, Cronaca di Piombino-Elba
Piombino. «La annosa questione delle ecoballe che dal lontano 2015 macerano sul fondale di Cerboli ha un andamento carsico. Ogni tanto riappare alle cronache per poi scomparire nel flusso dei giorni e del tempo». Così Fratelli d’Italia Piombino sul caso dei 63mila chili di plastiche eterogenee compresse in 56 ecoballe di Css, cioè combustibile solido secondario da avviare all’incenerimento disperse a luglio 2015 dal cargo IVY. «Cinque anni non sono bastati per venire a capo di un problema che in altri Paesi europei sarebbe stato risolto in 6 mesi – sottolinea -. È la tragedia del nostro Paese, strangolato da una burocrazia che non riesce a mettere in moto una strategia operativa concreta ma si imballa su procedure, scanso di responsabilità, competenze stratificate e incrociate che si ostacolano a vicenda, al netto della buona volontà di tutti gli attori». Che prosegue: «Si creano piani di emergenza, di gestione, di risposta, di possibili soluzioni spalmati su enti e istituti, ma la loro efficacia sul piano della realtà è tanto corta quanto lungo è il nome di questi fantomatici strumenti: Piano operativo di pronto intervento per la difesa del mare e delle zone costiere dagli inquinamenti accidentali da idrocarburi e da altre sostanze nocive. Pare che leggendo tra le righe di questo piano la fattispecie di cui si tratta ci ricada in pieno, ma è tutto quel che possiamo dire, nessuna autorità ha mai potuto o voluto intervenire».