Il Tirreno
Manolo Morandini / Piombino
Le domande in attesa di risposte sono quelle sui tavoli della presidenza del Consiglio dei ministri e del capo
della Protezione civile nazionale da mesi. A rilanciarle sul caso delle ecoballe disperse sul fondale in
prossimità dell’isolotto di Cerboli dal cargo Ivy è il senatore ex pentastellato e ufficiale della Guardia costiera
Gregorio De Falco con un’interrogazione con carattere d’urgenza. In mare da 5 anni ci sono 63mila chili di
plastiche eterogenee compresse in 56 balle di Css, cioè combustibile solido secondario da avviare
all’incenerimento. Il senatore, che quando vestiva la divisa di capitano della Capitaneria di porto di Livorno
ha fatto il giro del mondo con quel “vada a bordo c. . “ordinato al capitano della Concordia, Francesco
Schettino, che aveva portato la nave da crociera a schiantarsi su uno scoglio del Giglio, accende i riflettori
sul caso ecoballe e l’intervento di recupero. De Falco si rivolge al presidente del Consiglio Giuseppe Conte,
al ministro dell’Ambiente Sergio Costa e al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli per
sapere «se e quali iniziative di propria competenza intendano intraprendere» per evitare che «perdurando
l’attuale situazione di stallo, si verifichi un danno grave all’ambiente marino e costiero». Nell’interrogazione si
ricostruiscono i principali passaggi citando la misura dell’emergenza ambientale data dall’Istituto superiore
per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), in un documento del 4 maggio. Indifferibile. Così viene
classificato il recupero di quelle ecoballe, dato lo stato di inquinamento in atto per lo sfaldamento. Carte
indirizzate al commissario straordinario Aurelio Caligiore – capo del Reparto ambientale marino delle
Capitanerie di porto (Ram), struttura specialistica che è incardinata presso il ministero dell’Ambiente -,
incaricato dal 25 giugno 2019 del recupero e smaltimento di quei rifiuti. Incarico in scadenza il 26 giugno e
che da dicembre è al centro di un procedimento dell’Autorità garante per la concorrenza per potenziale
conflitto di interessi, su cui l’Authority si pronuncerà solo il 31 luglio. Le carte dell’Ispra sono le ultime che il
commissario straordinario ha messo sul tavolo della Protezione civile nazionale. Il capo dipartimento Angelo
Borrelli deve ancora rispondere alla richiesta del governatore della Toscana Enrico Rossi di riconoscimento
dello stato di emergenza nazionale. Sul punto dagli uffici romani si annuncia che la risposta a giorni, ma
niente è dato sapere sui contenuti. Anche in questo caso è il tempo a restituire quale sia la percezione
dell’emergenza: la lettera di Rossi è del 4 marzo. De Falco evidenzia tra l’altro che «tempi e procedure
ordinarie sono inconciliabili con la situazione» che «impone di intervenire tempestivamente per evitare che il
rischio ambientale in atto stante il progressivo deterioramento degli involucri». E sottolinea come i poteri
attribuiti a Caligiore «non consentono di effettuare l’intervento di recupero urgente dei rifiuti» e ciò
«indipendentemente dall’esito del procedimento avviato dall’Autorità garante della concorrenza». E invita a
valutare «l’opzione di dichiarare emergenza nazionale e nominare il commissario delegato, e quindi con la
potestà di adottare misure che trascendono le ordinarie capacità operative degli enti competenti mediante
l’esercizio di facoltà non previste a legislazione vigente, evitando anche la complessità delle procedure
occorrenti per indire un appalto pubblico europeo».