Greenreport
Legambiente: «Ora bisogna procedere presto e bene alla rimozione delle ecoballe e all’individuazione di quelle non ancora localizzate»
Dopo un’intricata vicenda burocratica che aveva bloccato il recupero delle ecoballe finite in mare 5 anni fa dalla motonave Ivy – che batteva bandiera fantasma delle Isole Cook – che le stava trasportando in Bulgaria, dopo anni di denunce e richieste di fare presto da parte di Legambiente e Greenpeace, dopo diverse interrogazioni parlamentari, finalmente la storia di questi rifiuti finiti sui fondali del Tirreno sembra giunta a una soluzione.
Ad annunciarlo è sulla sua pagina Facebook il ministro dell’ambiente e della difesa del territorio e del mare Sergio Costa: «Finalmente, dopo 5 anni dalla dispersione nel golfo di Follonica di 56 ecoballe di rifiuti, che trasportate dalla corrente si stanno sfaldando, siamo riusciti a ottenere la dichiarazione dello stato di emergenza, votato in questo momento in Consiglio dei Ministri. Durerà sei mesi».
Costa ricorda che «Tutto è avvenuto nel 2015, quando un’imbarcazione ha “liberato” in mare parte del carico di materiali plastici. Nel 2018 sono diventato ministro e la situazione era completamente bloccata. Ho nominato un commissario di governo, l’ammiraglio Aurelio Caligiore, che insieme con la generosità del Corpo delle Capitanerie di Porto, ha portato avanti un lavoro eccezionale, individuando le ecoballe sui fondali, mappandole, e portando agli occhi di tutti la prova dell’estrema pericolosità della situazione. Se quelle ecoballe dovessero sfaldarsi diffondendo 60 tonnellate di plastica, inquinerebbero aree protette, coste bellissime, un mare ricco di biodiversità. Caligiore ha lavorato in condizioni difficili e ci ha aiutato a capire quanto la situazione fosse grave. Finalmente dopo mesi di interlocuzioni tecniche la Protezione civile ha portato in Consiglio dei ministri la richiesta di stato di emergenza che abbiamo tutti votato stasera. Questo passaggio potrà rendere più veloce il lavoro di rimozione di queste ecoballe che sarà curato dalla Protezione civile insieme alle strutture tecniche del Ministero dell’Ambiente per la loro specifica competenza. Bisogna fare presto. È una lotta contro il tempo».
Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana, commenta: «Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. Ma, nonostante i ritardi e l’incredibile pasticcio burocratico che ha già danneggiato l’ambiente, lo sblocco della situazione è anche il risultato della continua pressione di Legambiente e di altre associazioni. Ora bisogna procedere presto e bene alla rimozione delle ecoballe e all’individuazione di quelle non ancora localizzate. Ringraziamo quanti si sono adoperati, a partire dall’ex Commissario Caligiore, per risolvere questa incredibile vicenda che però ci insegna alcune cose: il trasporto di materiali così pericolosi non può essere affidato a navi battenti bandiere di comodo e con armatori che si rendono irreperibili dopo gli incidenti, occorre dotarsi degli impianti necessari per limitare al massimo l’export di rifiuti all’estero, bisogna proteggere di più e meglio il mare, in particolare quello compreso nel Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos e del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano».
Dichiarazione stato di emergenza per le ecoballe, le reazioni di Regione e Comune di Piombino
Rossi: «Finalmente si volta pagina». Ferrari: «E’ una nostra vittoria». Giannarelli (M5S): «Vicenda risolta Grazie all’intervento del Ministro Sergio Costa»
La Regione Toscana ha accolto con soddisfazione la dichiarazione dello stato di emergenza per la dispersione delle ecoballe nel golfo di Follonica e la nomina del capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, a coordinatore per gli interventi di recupero. «Finalmente si volta pagina – ha detto il presidente della Toscana, Enrico Rossi – Si è posto fine ad una situazione di incertezza che non era più tollerabile e di fronte alla quale la Regione era più volte e con insistenza intervenuta, chiedendo nel marzo scorso lo stato di emergenza. La nomina di Borrelli offre sicuramente elementi di garanzia e a lui, oltre ad augurare buon lavoro, assicuro la piena e fattiva collaborazione della Regione, a partire dalla prima riunione che, con significativa tempestività, il capo della Protezione civile ha già convocato per le 15 di oggi. Ci sono voluti troppi anni per arrivare a prendere le decisioni che servivano e adess non c’è più tempo da perdere. E’ stata una vergogna lasciare per cinque anni 60 tonnellate di rifiuti nel nostro mare: ora, definiti i ruoli, questo territorio va risarcito con un intervento rapido ed efficace».
Secondo il sindaco di centrodestra di Piombino Francesco Ferrari la decisione del governo rosso-verde è «una nostra vittoria». Ferrari sottolinea che «Finalmente il Governo ha decretato lo stato d’emergenza per quella che è, a tutti gli effetti, una bomba ecologica ad orologeria. Finisce una situazione di pericolosa incertezza che proseguiva senza sosta da anni. E’ il successo di un impegno caparbio che abbiamo avuto, fin dal nostro insediamento, nel denunciare il pericolo che questo territorio correva. Abbiamo più volte ed in varie sedi lanciato il grido d’allarme per questa situazione, in controtendenza col silenzio assordante della precedenza amministrazione. Ci hanno addirittura accusato di attentare al nostro turismo quando il nostro universo fine era difendere il nostro territorio. Oggi la decisione del Governo ci rende giustizia. Ora mettiamoci subito tutti al lavoro per il recupero delle ecoballe».
Ma Giacomo Giannarelli, presidente del gruppo regionale MoVimento 5 Stelle, rivendica il fatto che la vicenda e è stata risolta «Grazie all’intervento del Ministro Sergio Costa, dopo 5 anni dalla dispersione nel golfo di Follonica di 56 ecoballe di rifiuti, che trasportate dalla corrente si stanno sfaldando, siamo riusciti a ottenere, grazie anche ad un costante lavoro che abbiamo portato avanti insieme ai territori, la dichiarazione dello stato di emergenza votato dal Consiglio dei Ministri. La rimozione durerà in tutto 6 mesi, ponendo così la parola fine ad una situazione di pericolo che proseguiva senza sosta da troppi anni. Nel 2018 il Ministro aveva trovato una situazione completamente bloccata. Aveva nominato un commissario di governo, l’ammiraglio Aurelio Caligiore, che insieme al Corpo delle Capitanerie di Porto aveva portato avanti un lavoro eccezionale, individuando le ecoballe sui fondali, mappandole e portando agli occhi di tutti la prova dell’estrema pericolosità della situazione. Bisogna comunque fare presto. È una lotta contro il tempo. Se quelle ecoballe dovessero infatti sfaldarsi, diffondendo 60 tonnellate di plastica, inquinerebbero aree protette, coste bellissime, un mare ricco di biodiversità. Un grazie a tutti i cittadini e consiglieri comunali per le segnalazioni e per il lavoro di squadra che ci ha portato a presentare diversi atti in regione e ad avviare diverse interlocuzioni con il Ministero a Roma».