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Costa: «Sei mesi di tempo per salvare le nostre coste e il mare»
Ieri è arrivata nel porto di Piombino la task force della Marina militare che, coordinata dal Dipartimento della Protezione civile, insieme alla Guardia Costiera si occuperà della ricerca e del recupero delle ecoballe di combustibile solido secondario, che cinque anni fa erano cadute in mare dalla nave Ivy, battente bandiera fantasma delle isole Cook, con armatore turco e diretta a Valona, in Bulgaria. Il Gruppo Operativo Subacquei della Marina Militare, tre unità navali specializzate e gli assetti della Guardia Costiera sono pronti ad iniziare le operazioni di recupero delle ecoballe disperse.
Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha annunciato che l’8 agosto parteciperà alle operazioni di recupero delle ecoballe nel golfo di Follonica, in provincia di Grosseto e aggiunge: «L’abbiamo promesso e l’abbiamo fatto. Abbiamo lavorato in questi ultimi due anni con la Guardia Costiera, il Reparto ambientale marino e, grazie alla dedizione dell’ammiraglio Aurelio Caligiore, siamo riusciti a mappare e individuare le ecoballe, che giacciono sui fondali dal 2015. Il governo ha votato a fine luglio lo stato di emergenza: abbiamo sei mesi di tempo per salvare le nostre coste e il mare. Insieme, con la Protezione Civile, ce la faremo».
Dopo 5 anni dall’incidente causato dalla Ivy che ha perduto le ecoballe in mare al largo dell’isolotto di Cerboli, a poche centinaia di metri dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e nel bel mezzo del Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos, dopo i continui allarmi e solleciti lanciati dalle associazioni ambientaliste – a partire da Legambiente e Greenpeace – e da Comune di Piombino e Regione Toscana, ci sembra il minimo e, indipendentemente da quel che ha fatto Costa, in notevole ritardo.
La protezione Civile spiega che «Il dispositivo prevede l’intervento di un team di Palombari del Gruppo Operativo Subacquei (GOS) del Comando Subacquei ed Incursori (COMSUBIN), di nave Tedeschi, di nave Rimini e nave Caprera del Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV) e dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Piombino. Le attività, che inizieranno immediatamente, prevederanno l’impiego delle capacità di scoperta subacquea del cacciamine Rimini che consentiranno di fornire ai palombari del GOS la precisa posizione di ciascuna eco-balla, al fine di consentirne il recupero attraverso una particolare procedura finalizzata a limitare al massimo la dispersione di materiale. Una volta giunte in superficie le ecoballe verranno imbarcate su nave Caprera che provvederà a contenerle a bordo fino alla loro consegna all’impresa individuata dal Coordinatore degli Interventi di Recupero per il loro smaltimento. La Guardia Costiera garantirà la necessaria cornice di sicurezza della navigazione in area di operazioni con l’impiego di proprie unità navali».
Il Sistema Nazionale per la protezione dell’ambiente sottolinea che «Per l’espletamento di tali interventi d’urgenza volti alla rimozione delle eco-balle e alla riduzione del rischio di inquinamento ambientale, è stata stanziata la somma di 4.000.000,00 euro deliberata dal Consiglio dei Ministri del 22 luglio 2020» e il Capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, sottolinea che «Abbiamo iniziato da subito a lavorare insieme a Ministero dell’Ambiente, Regione Toscana e con le strutture operative, eccellenza del nostro Paese. Sono convinto che grazie alla sinergia messa in campo, raggiungeremo nel minor tempo possibile, il risultato tanto atteso dalla popolazione».
La prima riunione operativa del Comitato di Indirizzo incaricato di vagliare ed approvare il piano di recupero delle balle disperse sui fondali si è tenuta il 30 di luglio e i tecnici della Marina Militare hanno presentato la prima pianificazione delle attività, illustrandone modalità operative, assetti da utilizzare e prontezza d’impiego. E’ stato deciso che tale programmazione verrà integrata, in particolare con il supporto di Ispra e Arpat, «al fine di garantire il monitoraggio ambientale. Grazie alla sinergia di tutti gli attori, verrà predisposto un piano dettagliato che sarà operativo nei prossimi giorni».
La protezione Civile spiega come avverrà il recupero delle ecoballe: «Le delicate operazioni subacquee si svilupperanno attraverso due distinte fasi d’intervento. La prima, caratterizzata da profondità di lavoro inferiori ai 60 metri, prevederà immersioni in libera dei Palombari del GOS attraverso il supporto di nave Tedeschi che, per l’occasione, imbarcherà una camera di decompressione per garantire lo svolgimento delle attività in piena sicurezza. La seconda fase sarà svolta nei fondali superiori ai 60 metri di profondità grazie all’ausilio di nave Anteo che, attraverso le proprie apparecchiature subacquee per immersione profonda ed alla tecnica dell’immersione in saturazione, permetterà agli operatori di COMSUBIN di concludere il lavoro recuperando le rimanenti ecoballe rinvenute in alto fondale».