Greenreport
Dalla Commissione Ue via libera agli incentivi italiani sul biometano
Si tratta di sovvenzioni agli investimenti per 1,7 mld di euro, oltre a tariffe incentivanti da 2,8 mld di
euro lungo 15 anni: gli impianti dovranno essere realizzati entro il 2026
Il biometano, in tutto analogo al gas fossile ma derivato da fonti rinnovabili come scarti e rifiuti organici,
rappresenta uno strumento potente per unire l’economia circolare alle necessità di decarbonizzazione e
maggiore indipendenza energetica.
Ad oggi il contributo del biometano ai consumi nazionali di gas si ferma a circa 0,7 miliardi di metri cubi
annui, a fronte di una potenzialità ben più ampia: potremmo infatti ottenere almeno 8 mld di metri cubi di
biometano da matrici agricole, e altri 2-3 mld mc annui dalla valorizzazione dei rifiuti organici (Forsu). Per
raggiungere questi risultati, però, è necessario installare sul territorio i necessari impianti di digestione
anaerobica.
Per questo l’Ue ha dato ieri il via libera ai nuovi incentivi italiani dedicati al comparto, e imperniati sul Piano
nazionale di recupero e resilienza (Pnrr).
«Il regime di aiuti italiano che abbiamo approvato promuoverà la produzione dell’Ue di biometano sostenibile
da utilizzare nei settori dei trasporti e del riscaldamento, in linea con il piano RePowerEu – spiega Margrethe
Vestager, vicepresidente della Commissione europea – La misura di aiuto italiana, che sarà in parte
finanziata dal dispositivo per la ripresa e la resilienza, aiuterà l’Italia a conseguire i suoi obiettivi di riduzione
delle emissioni, a ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili russi e a migliorare la sicurezza
dell’approvvigionamento di gas, limitando nel contempo le possibili distorsioni della concorrenza».
L’aiuto sarà concesso per sostenere la produzione di biometano da immettere nella rete nazionale del gas
per essere utilizzato nei settori dei trasporti e del riscaldamento: si tratta sia di sovvenzioni agli investimenti,
con un bilancio totale di 1,7 miliardi di euro – che saranno versati a tutti i progetti finanziati al termine della
fase di costruzione, coprendo fino al 40% dei costi di investimento ammissibili – sia di tariffe di
incentivazione, con un bilancio stimato di 2,8 miliardi di euro, da pagare durante la fase operativa dei
progetti, per un periodo di 15 anni.
L’accesso avverrà tramite aste che si svolgeranno dal 2022 al 2024 e, al fine di beneficiare dei finanziamenti
attraverso il Pnrr, la costruzione o la trasformazione di impianti di produzione di biometano devono essere
completate entro il 30 giugno 2026.
Ma prima di passare alla fase dell’operatività restano da sciogliere ancora alcuni nodi normativi: dopo il via
libera europeo, il prossimo passo dovrà essere l’adozione di un decreto attuativo della misura sul biometano
dettagliata nel Pnrr.
«Sempre sul tema del biometano – aggiungono oggi dal ministero della Transizione ecologica – è stato
inoltre firmato dal ministro Cingolani il decreto ministeriale del 5 agosto 2022, interpretativo del Dm 2 marzo
2018 sugli incentivi per la produzione del biometano. Il testo chiarisce alcuni aspetti legati all’applicazione
del decreto dal Dm 2 marzo 2018, attualmente in vigore, destinato a incentivare il biometano immesso nel
sistema dei trasporti mediante un meccanismo d’obbligo a carico dei soggetti che utilizzano carburanti
fossili. Il decreto definisce in particolare il momento in cui matura il diritto al riconoscimento dell’incentivo per
la produzione del biometano e il termine entro cui tale diritto debba essere esercitato, pena la sua
decadenza, che è stato fissato al 31 dicembre 2023. Il decreto, inviato dal Mite alla Gazzetta ufficiale,
entrerà in vigore il giorno dopo la sua pubblicazione».