Greenreport
Dal Recovery fund occorrono risorse per sostenere il riciclo
Economia circolare, le imprese di settore chiedono un contributo per ammodernare gli impianti
Non si vive di sola raccolta differenzia, l’economia circolare – per funzionare – deve essere incentivata in ogni parte della sua filiera. A partire dal recupero di materia e dal riciclo. Da questo assunto nasce la richiesta di “un contributo straordinario, a favore degli impianti di recupero/riciclo autorizzati, per ogni tonnellata di materiale recuperato da rifiuti e trasformato in EoW o Mps, attraverso trattamenti meccanici”. Inoltre, “l’aumento della copertura finanziaria prevista per il credito d’imposta e l’introduzione di un finanziamento ad hoc per gli anni 2021/2022 dedicato al rinnovamento del parco impiantistico”.
Lo chiedono a gran voce Assofermet, Assorimap e Unirima, associazioni delle imprese di settore nella produzione di materia prima secondaria (Mps) e “End of waste” (EoW), che hanno presentato al ministero dello Sviluppo economico un per l’allocazione delle risorse Recovery fund in materia di economia circolare.
Il documento presentato “richiede un investimento per la transizione green e digitale, supportando il comparto industriale della filiera del recupero e riciclo di rifiuti metallici, plastica e carta. La proposta ha l’obiettivo di incrementare la competitività delle filiere del recupero e del riciclo carta, metalli e plastica attraverso l’ammodernamento e il rinnovamento delle attrezzature e degli impianti, e di migliorare la sostenibilità del processo di trasformazione dei rifiuti in EoW o MPS per recuperare materia”.
La scarsità di impianti in Italia è cosa nota, ma qui si chiede che almeno quelli esistenti possano essere ammodernati e gli estensori della richiesta del contributo ricordano che “il passaggio a tecnologie di trattamento meccanico più avanzate attraverso nuovi investimenti consentirà tra l’altro anche di aumentare la qualità del materiale riciclato ottenuto dagli impianti di recupero/riciclo autorizzati”.
Per il Presidente di Assorimap, Walter Regis, la “Corte dei Conti europea ci ha appena detto che siamo in ritardo sugli obiettivi 2030 eppure le aziende del riciclo italiane sono appena al 60% della loro capacità installata di riciclo per la mancanza di una piano organico nazionale”.
“Tale iniziativa, oltre ad offrire un supporto concreto al comparto, può dare al Paese la spinta necessaria per giungere con meno difficoltà e in tempi più brevi alla cosiddetta ‘transizione verde’, finalità riconosciuta dalle norme europee e dal Piano nazionale ripresa – spiega Giuliano Tarallo, presidente di Unirima – Il ripristino del potenziale di crescita preesistente interno al Paese per questi settori rappresenterebbe inoltre una forte spinta alla creazione di maggiori posti di lavoro nel periodo post Covid-19”.
“In un momento topico come quello attuale, in cui l’emergenza ha dimostrato quanto sia essenziale il mantenimento del corretto ciclo di raccolta e recupero dei rifiuti – conclude Cinzia Vezzosi, presidente di Assofermet Metalli – ancora una volta le nostre associazioni, in modo congiunto, hanno ritenuto fondamentale dare supporto al comparto delle aziende del riciclo fornendo al Mise un progetto concreto”.