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Trasformare i mozziconi di sigaretta in un substrato inerte per la coltivazione di piante ornamentali e di arbusti, fino ad arrivare alla produzione di biocarburanti: è la scommessa del progetto Focus, promosso dal Centro interdipartimentale “Enrico Avanzi” dell’Università di Pisa (capofila) in collaborazione con il Comune di Capannori, l’Istituto sugli ecosistemi terrestri del Cnr, il dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali (DiSAAAa) e Ascit (il progetto ha inoltre ricevuto un cofinanziamento del 50% dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca).
«Questo progetto sperimentale vuole essere una risposta concreta e innovativa, sotto il segno dell’economia circolare, ai mozziconi di sigaretta, che sono altamente inquinanti e rappresentano una parte consistente del rifiuto non riciclabile», commenta il sindaco di Capannori Luca Menesini (nella foto, ndr).
Più nel dettaglio, i mozziconi dei circa 80 milioni di chilogrammi di sigarette fumate in Italia ogni anno dai 13 milioni di fumatori italiani hanno un peso stimato in oltre 20 mila tonnellate: un’inezia rispetto al totale dei rifiuti prodotti ogni anno nel nostro Paese – poco meno di 170 milioni di tonnellate, tra rifiuti urbani e speciali –, ma comunque un problema rilevante in termini di inquinamento.
Il rapporto Beach Litter 2019 di Legambiente ad esempio ha collocato i mozziconi di sigaretta al 4° posto per oggetti rilevati nelle nostre spiagge, ben 77 ogni 100 metri, e si stima che in condizioni normali siano necessari dai 5 ai 12 anni di tempo per distruggere il filtro delle sigarette – la parte più rilevante del mozzicone, composta da un insieme di fibre di acetato di cellulosa –, che dunque continuerà ad inquinare per molto tempo una volta gettato nell’ambiente anziché conferito nella raccolta indifferenziata.
«Per questo motivo – aggiunge Menesini – accanto a questo progetto che prevede di attivare una raccolta speciale dei mozziconi, abbiamo deciso che applicheremo strettamente la normativa nazionale che prevede multe fino a 300 euro a coloro che gettano le sigarette per terra». Il fine del progetto Focus, partito con un orizzonte di tre anni, è invece più ambizioso e punta al recupero di questi rifiuti.
I mozziconi saranno raccolti in appositi contenitori situati in luoghi strategici del territorio. Favorendo la raccolta differenziata di questi residui di sigaretta si darà una seconda vita a tale rifiuto riuscendo a produrre piante autoctone da utilizzare in spazi a verde pubblico. Infine, tramite l’uso di alghe, si riuscirà a decontaminare le acque di lavaggio dei filtri con contestuale produzione di biomassa utilizzabile per la produzione di energia.
«Nel dettaglio – spiega Lorenzo Guglielminetti, coordinatore del progetto – si prevede di riutilizzare i residui delle sigarette come substrato inerte per la crescita di piante ornamentali attraverso tecniche di coltura idroponica. Inizialmente dovranno essere individuate le migliori tecniche di preparazione del materiale inerte. I residui di sigaretta dovranno essere prima separati dalle componenti biodegradabili (carta e tabacco) e poi opportunamente trattati per risultare chimicamente e fisicamente adatti all’uso proposto. Ottenuto il substrato inerte adeguato saranno condotte prove di germinazione di molte specie vegetali al fine di individuare quelle che meglio si adattano al sistema. Con queste ultime saranno poi condotte prove di crescita fino al completamento del ciclo vitale. Diverse specie di micro-alghe saranno poi testate sui residui prodotti dal processo. Individuate le specie più adatte, sarà messo in opera un sistema in grado di abbattere tutti i residui con concomitante produzione di biomassa algale. Questa biomassa potrà poi essere utilizzata per la produzione di biocarburanti, chiudendo così un ciclo virtuoso».