Greenreport
Dalle due società un Bilancio di sostenibilità congiunto
Csai e Tb, ecco a che punto è l’economia circolare a Podere Rota
«Chi come noi eroga servizi di interesse pubblico abbia non solo il dovere ma l’interesse di informare nel modo più completo i cittadini e chi li rappresenta ai vari livelli»
Il cuore della gestione rifiuti nel Valdarno batte a Podere Rota, Terranuova Bracciolini, dove operano il Centro servizi ambiente impianti (Csai) e Tb: due soggetti economici che agiscono ciascuno in piena autonomia (seppur entrambi abbiano sede operativa nello stesso polo industriale) ma che hanno da poco pubblicato un Bilancio di sostenibilità congiunto.
Una scelta dettata dal fatto che al contempo, come precisa lo stesso report, le due aziende costituiscono «parti strettamente integrate di uno stesso progetto: gestire i rifiuti prodotti nel nostro territorio in sicurezza, e gestirli attuando quanto più possibile il principio di precauzione e i criteri dell’economia circolare». Anche e soprattutto in un anno come il 2020, profondamente segnato dalla pandemia.
Negli impianti di Podere Rota si è infatti lavorato a pieno regime durante il periodo dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19, dando prova di portare avanti servizi letteralmente essenziali alla cittadinanza: «La pandemia – sottolinea il report – ha richiamato l’attenzione sulla necessità di affrontare le carenze del sistema impiantistico nazionale», come peraltro ormai evidenziano numerosi studi di settore. E la Toscana non fa certo eccezione: Podere Rota «ha continuato a trattare i residui domestici indifferenziati e ha garantito, in via eccezionale, uno sbocco a quelle frazioni che allo stato attuale non è possibile avviare a recupero di materia o di energia».
In questo contesto, il Bilancio di sostenibilità congiunto (basato su dati 2019) nasce come un «atto di trasparenza, di responsabilità sociale: siamo infatti convinti che chi come noi eroga servizi di interesse pubblico abbia non solo il dovere ma l’interesse di informare nel modo più completo i cittadini e chi li rappresenta ai vari livelli».
Dunque, partiamo dall’inizio: Csai è un’azienda pubblico-privata che gestisce due discariche di proprietà per rifiuti urbani ed assimilabili agli urbani e per rifiuti speciali non pericolosi: una nel Comune di Terranuova Bracciolini (Podere Rota) l’altra nel Comune di Castiglion Fibocchi (Il Pero, esaurita nel 2014 e ora in fase di gestione post-mortem); il 60% del capitale sociale è in mano a 10 Comuni aretini (Terranuova da sola assomma il 43,53% delle quote) mentre il 40% è posseduto da Società Toscana ambiente (Sta). Sta è anche il socio di maggioranza di Tb con il 58,6% delle quote, cui seguono Sei Toscana (31,53%) e Csai (9,91%): l’impianto di Tb provvede alla selezione e stabilizzazione della frazione organica dei rifiuti urbani indifferenziati e al compostaggio della frazione umida da raccolta differenziata, al servizio di 12 Comuni aretini e 10 fiorentini.
Il conto economico dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2019 evidenzia per Tb un utile di euro 715.470, mentre per Csai si è chiuso con un utile di 1.168.131 euro. Il valore aggiunto, che rappresenta la capacità di un’impresa di produrre ricchezza per poi distribuirla, e costituisce quindi il punto di unione fra il bilancio d’esercizio e il bilancio di sostenibilità, vede un punto focale nel valore economico distribuito ai lavoratori: nel 2019 è stata pari a 2.102.397 euro per Csai e 957.541 euro per Tb, costituendo rispettivamente il 22,1% e 33,9% del valore aggiunto complessivo. Complessivamente, al 31/12/19 i lavoratori del polo di Podere rota, tra Csai e TB, erano 49, di cui 47 con contratti a tempo indeterminato e 44 con contratti full-time.
Guardando ai rifiuti gestiti nell’ultimo anno, nel 2019 Tb ha trattato un totale di 76.395 tonnellate, mentre presso Csai ne sono state conferite 314.319. Le due società hanno dunque contribuito in modo determinante alla corretta gestione dei rifiuti prodotti da cittadini e imprese, con Csai in particolare che ormai costituisce un polo industriale di rilievo nella produzione di energia rinnovabile tramite la captazione del biogas prodotto in discarica.
Il biogas è costituito principalmente da metano (CH4) e da anidride carbonica (CO2) ed è appunto una fonte energetica rinnovabile, poiché la produzione di energia elettrica tramite biogas emette in atmosfera CO2 di origine non fossile (dovuto alla naturale biodegradazione dei rifiuti organici) e dunque ad impatto climatico neutro: più nel dettaglio, «nel 2019 Csai per ogni tonnellata di gas climalteranti “antropogenici” emessa per i consumi energetici legati ai proprio fabbisogno interno, ne ha “evitate” poco meno di sei grazie alla produzione elettrica nell’impianto che utilizza il biogas di discarica».
Un elemento di sostenibilità che, come gli altri messi in evidenza nel Bilancio, rappresenta però un punto di partenza e non d’arrivo per l’economia circolare. Che a Podere Rota s’appresta a vivere una nuova fase con l’arrivo di Iren: la multiutility a novembre ha acquisito Unieco ambiente, che a sua volta controllava Sta, e dunque adesso riveste un ruolo di primo piano in Csai, Tb e in molte altre realtà attive nell’economia circolare Toscana. In questo contesto si misurerà il futuro di Valdarno Ambiente, il nuovo distretto industriale che Csai e Tb, insieme a Crcm e l’Agricola Riofi, hanno messo sul tavolo a ottobre per promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio.