Greenreport
Si arriva a massimo 75 kg procapite l’anno, che in ogni caso vanno smaltiti
Crescono i Comuni dove la produzione di rifiuti indifferenziati è più bassa
Sono 598 su 8mila, presentati durante l’Ecoforum di Legambiente, La nuova ecologia e Kyoto club
Chiamiamoli Comuni più attenti alla produzione di rifiuti e alla raccolta differenziata, ma senza farci troppe illusioni. Perché se anche Comuni Rifiuti Free, suona sicuramente più cool, quel “massimo di 75 chili di secco residuo all’anno che ogni cittadino di questi centri produce” censiti durante l’Ecoforum organizzato da Legambiente, Editoriale La Nuova Ecologia e Kyoto Club, pur rappresentando un ottimo risultato, non fa sparire quei materiali nel nulla. E anzi andrebbe detto che questi rifiuti con certezza andranno in discarica o a bruciare in un termovalorizzatore.
La buona notizia – sottolineano da Legambiente – è che comunque questi centri sono 51 in più dello scorso anno, ovvero complessivamente 598, ma su un totale di 8mila Comuni. Altra buona notizia, la crescita maggiore è avvenuta nel Meridione. I comuni rifiuti free del Sud Italia sono passati, infatti, da 84 a 122 e pesano, ora, per il 20,4% sul totale dei comuni in graduatoria. Il merito di questa rimonta va, soprattutto, all’Abruzzo, che porta i comuni virtuosi da 15 a 38 (con un balzo dal 5 al 12% sul totale dei comuni della Regione), alla Campania che sale da 23 a 36 comuni (dal 4 al 7%) e alla Sicilia che passa da uno a otto comuni(da 0 a 2%), tra cui Misilmeri (PA) di oltre 30mila abitanti.
I comuni del Centro rappresentano invece appena il 6,5% di quelli in classifica mentre il Nord, nonostante l’incremento in numeri assoluti, per la prima volta scende dal 77% al 73,1%. Da segnalare la Lombardia che cresce di 22 comuni (da 85 a 107).
Tra i capoluoghi di provincia sono solo 4 le città che rientrano nei parametri dei Comuni Rifiuti Free: Pordenone, Trento e Treviso in testa, seguiti da Belluno.
Il Veneto si conferma la Regione con il numero più elevato di Comuni “rifiuti free”: 168 comuni per una percentuale sul totale del 30%, stabile rispetto allo scorso anno. Seguono il Trentino-Alto Adige con 78 comuni (28%), due in più rispetto al 2019 che lo aveva visto in forte crescita, e il Friuli-Venezia Giulia, che con 48 comuni rimane a quota 22%. Poi l’Abruzzo e il Molise che passa da nove a 13 comuni (dal 7% al 10%).
Questi i numeri principali di Comuni Ricicloni 2020, l’indagine presentata ieri pomeriggio a Roma, durante la seconda giornata del talk show online EcoForum sull’Economia circolare dei rifiuti.
La premiazione dei Comuni rifiuti free – trasmessa in diretta streaming su eco-forum.it e sulle pagine Fb di Legambiente e de La Nuova Ecologia – è stata introdotta da Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente e moderata da Laura Brambilla, responsabile del premio Comuni ricicloni.
Da sottolineare che secondo gli ultimi dati Ispra disponibili (2018), nel complesso in Italia la produzione dei rifiuti rimane ancora alta, con 499,7 kg/ab/anno, e se a livello nazionale la raccolta differenziata intercetta mediamente oltre la metà dei rifiuti prodotti con il 58,1%, si registra ancora un forte divario tra Nord (67,7%), Sud (46,1%) e Centro Italia (54,1%).
“Con il recepimento del pacchetto delle direttive europee sull’economia circolare – ha dichiarato Zampetti – si è definito il contesto in cui gli Stati devono muoversi da qui ai prossimi anni.Tra gli obiettivi principali: il limite massimo del 10% di rifiuti conferiti in discarica, percentuali molto ambiziosi di riciclo dei rifiuti prodotti e un tetto per abitante di 100 chili di residuo secco (indifferenziato) prodotti annualmente. Come fotografa il nostro rapporto Comuni Ricicloni 2020, ad oggi la produzione dei rifiuti non recuperabili e conferiti in discarica al di sotto dei 75 chili per abitante all’anno è raggiunta solo da 598 Comuni: in aumento rispetto allo scorso anno ma ancora pochi. Proprio per questo è determinante applicare il sistema di tariffazione puntuale su tutto il territorio nazionale, in nome del principio chi inquina paga, supportando le amministrazioni che ce l’hanno fatta”.
Sulla tariffa puntuale è però doveroso fare alcune osservazioni. Generalmente viene associata a più alte percentuali di raccolta differenziata, ma la domanda da porsi è: cosa assicura che tra i motivi di questo slancio non ci siano anche comportamenti disonesti da parte dei cittadini, desiderosi di ottenere sconti sulla tariffa? Non è facile controllare che parte dell’indifferenziato non venga indebitamente “smistato” nei sacchetti della differenziata, o ancor peggio impedire che vada ad alimentare discariche abusive sul territorio. Il tutto a detrimento della qualità dei materiali raccolti, e dunque delle successive fasi di riciclo e recupero (che rappresentano il vero fine della raccolta differenziata). Per trarre il meglio dalla tariffa puntuale è dunque indispensabile individuare la – o le – modalità migliore per le caratteristiche del territorio dove si cala e le rispettive esigenze dei cittadini
La raccolta differenziata cui è legata la tariffazione puntuale, quindi, non rappresenta il fine degli sforzi profusi dai cittadini, ma un mezzo per avviare i rifiuti all’interno di una filiera industriale che vede nel primo anello il riciclo, seguito dal recupero di energia e infine dalla discarica. Si tratta di una filiera gerarchica ma integrata, dove se tutti gli ingranaggi non sono al loro posto l’intero sistema si blocca. Basti ricordare che la mancanza di impianti dedicati alla raccolta differenziata e alla gestione dei rifiuti, conclamata in Italia, porterà inevitabilmente e già porta a rincari nella Tari.
Lo diciamo non perché sia necessario frenare contro la tariffa puntuale, tutt’altro, ma perché per una corretta filiera integrata del riciclo dei rifiuti ogni anello ha importanza e non uno più degli altri. E soprattutto nessuno da solo porta alcun risultato.
Da segnalare infine i premi speciali assegnati sempre nell’ambito della XXVII edizione dei “Comuni Ricicloni” di Legambiente.
Fise Assoambiente è stata premiata dal Consorzio Italiano Compostatori (CIC) in rappresentanza di tutte le aziende private e pubbliche per l’impegno, il senso di responsabilità e lo spirito di abnegazione dimostrati dagli operatori del settore nel pieno dell’emergenza sanitaria. “Non possiamo che premiare e ringraziare tutti i lavoratori del settore per ciò che hanno fatto e continuano a fare, assicurando la continuità di filiera e scongiurando altre pericolose emergenze ambientali. Il settore ha tenuto duro e ha messo in atto tutte le strategie possibili per restare al servizio della comunità e far sì che la catena rimanesse sempre operativa senza subire contraccolpi”, ha evidenziato Massimo Centemero, Direttore del CIC.
“Riceviamo con orgoglio questo premio – aggiunge il Presidente di FISE Assoambiente, Chicco Testa – a nome delle imprese e dei 90.000 addetti alla gestione rifiuti, un settore essenziale nell’emergenza, così come fuori dall’emergenza. Dall’inizio della pandemia le imprese del settore, oltre a continuare quotidianamente a svolgere il proprio ruolo fondamentale tenendo pulite le nostre città, hanno dimostrato grande flessibilità e resilienza nel venire incontro alle esigenze del Paese e nell’aiutare concretamente territorio e popolazione, anche attraverso l’acquisto di macchinari per le terapie intensive e il supporto ai Comuni nella divulgazione delle necessarie informazioni. Speriamo che al di fuori di ogni visione preconcetta, si possa comprendere che tutta la filiera della gestione dei rifiuti rappresenta un asset strategico per il nostro Paese, senza per forza ricordarcene solo in fase di emergenza”.
Corepla, storico partner dell’iniziativa “Comuni Ricicloni”, ha consegnato invece i premi speciali della categoria “Migliore raccolta degli imballaggi in plastica” ai Comuni di Chiari (BS), La Maddalena (SS) e Massa Lubrense (NA).
“Il nostro Pianeta ha davanti una grande sfida – ha dichiarato il Presidente di Corepla, Giorgio Quagliuolo – promuovere e consolidare un nuovo modello di crescita sostenibile che diventi cultura diffusa universale sulla base degli obiettivi dell’agenda 2030 dell’Onu. Potremo farcela solo perseguendo un modello di sviluppo sostenibile sotto il profilo ambientale, sociale ed economico. In questa importante sfida, noi di Corepla cerchiamo di dare il meglio contribuendo con azioni concrete allo sviluppo sostenibile del nostro Paese. E’ necessario alimentare questa ‘rivoluzione’ reiterando le buone pratiche già affermate e incoraggiando quelle innovative. Per fare ciò – ha continuato Quagliuolo – serve il supporto di tutti, dal mondo politico alle imprese e, ancora, ai cittadini. I Comuni premiati quest’anno, Chiari, La Maddalena e Massa Lubrense, si sono distinti per la raccolta differenziata degli imballaggi in plastica, sia in termini di quantità che di qualità. Un risultato importante, che evidenzia come le buone abitudini di raccolta dei cittadini si traducano in benefici ambientali ma anche economici per la collettività”.