La Nazione
Cresce il distretto dell’economia circolare Un nuovo impianto fra i progetti di Alia
Domani scade l’avviso pubblico della Regione Toscana per la manifestazione di interesse per il recupero e il riciclo dei rifiuti urbani
Il sindaco Brenda Barnini anticipa: «Ho chiesto al gestore di venire in consiglio comunale a illustrare la sua proposta»
di Francesca Cavini, EMPOLI La gestione dei rifiuti urbani è un problema per cittadini e amministrazioni. L’aumento della tariffa per lo smaltimento dei medesimi è un costo problematico per famiglie e imprese. Il danno ambientale che i rifiuti non gestiti producono è una minaccia al pianeta. A tutti questi problemi serve una risposta che non valga solo nell’immediato. Si inserisce in questo quadro generale l’avviso pubblico esplorativo che la Regione Toscana ha pubblicato tempo fa, e che scade domani, relativo alla “Manifestazione di interesse alla realizzazione di impianti di recupero/riciclo di rifiuti urbani e/o rifiuti derivati dal trattamento degli urbani». Semplificando molto, si potrebbe dire che la Regione ha chiesto alle aziende che sul territorio gestiscono il ciclo dei rifiuti di presentare proposte per affrontare il problema di cui sopra. Si parla di impianti per il recupero e il riciclo, non di discariche o termo valorizzatori. Alia Spa, gestore storico dell’area Toscana Centro e dell’Empolese Valdelsa, ha realizzato alcune ipotesi da proporre alla Regione e una di queste riguarda anche Empoli.
Sindaco Barnini, di cosa si tratta?
«In prima battuta serve fare una considerazione. Nell’ambito Toscana Centro vengono prodotte 850mila tonnellate di rifiuti l’anno, di queste il 65% è avviato a processi di riciclo, il resto va in discarica o in termo valorizzazione. L’Unione Europea impone due cose: entro il 2035 dobbiamo raggiungere una percentuale di rifiuti in discarica del 10% e noi siamo molto lontani da questi numeri. Seconda cosa, dobbiamo raggiungere la ‘neutralità climatica’ e per farlo serve limitare al massimo l’uso di nuove risorse. Questi punti sono la base normativa e politica dell’indirizzo che spinge verso l’adozione di un modello di economia circolare in cui tendere a recuperare e riciclare il 100% della materia. Non come ora che arriviamo al 65% scarso. È le discariche né i termo valorizzatori sono in linea con queste indicazioni, perché o accumulano i rifiuti o bruciano tutto, senza recuperare. Alia sta lavorando all’ipotesi chiesta dalla Ue con quella che si può definire l’industria del riciclo chimico».
Cioè?
«Sostanzialmente mette in evidenza che la quota parte dei rifiuti che mandiamo in discarica o al gas è un ‘giacimento’ di carbonio che grazie ad un processo chimico può essere estratto e trasformato in metanolo, etanolo e idrogeno. Questa tecnologia che estrapola ha di diverso il fatto che usa il rifiuto e non una fonte fossile deperibile. Mette alla base uno scarto e lo riutilizza, trasformandolo. L’Unione Europea con una direttiva che si chiama Red II dice che in futuro dovranno essere prodotti combustibili di seconda generazione, cioè con carbonio riciclato, in modo da ridurre l’utilizzo di fonti fossili».
Perché Alia ha pensato a Empoli?
«La proposta di Alia parte dal presupposto che al Terrafino già esistono due centri essenziali per il recupero e riciclo di vetro e carta e quindi con questo terzo impianto si avrebbe un distretto di economia circolare verde completo».
Quando Alia l’ha contattata cosa ha risposto?
«La mia risposta è stata: vediamo di cosa si parla»
Perché?
«Perché siamo una città produttiva, dove esistono già due realtà consolidate di recupero e riciclo dei rifiuti, vetro e carta, e perché i problemi posti dal ciclo dei rifiuti non si possono affrontare facendo finta che non esistano»
Quindi cosa succede dopo il 31 marzo?
«Intanto bisogna vedere cosa dirà nei prossimi mesi la Regione Toscana, perché le proposte di Alia non saranno le uniche e, fra quelle di Alia, Empoli non è l’unica. In ogni caso, il primo passaggio per me indispensabile è il coinvolgimento del consiglio comunale e pertanto mi aspetto che Alia si renda disponibile a venire a illustrare il progetto a tutto il consiglio comunale. E che questo sia solo il punto di partenza di un metodo basato su partecipazione dei cittadini, coinvolgimento e trasparenza».
Ma se il progetto andrà avanti, quali potrebbero essere le ricadute per Empoli e i suoi residenti, a parte un numero a ora imprecisato di posti di lavoro che l’impianto comunque porterebbe?
«Sicuramente una fortissima riduzione della Tari per famiglie e imprese presenti e future e la disponibilità a realizzare ulteriori investimenti a beneficio del territorio. Questa proposta arriva in un momento in cui tutte le mancate scelte del passato ci presentano il conto. A livello nazionale per la mancanza di una politica energetica che ci rendesse più autosufficienti e a livello regionale per non aver fatto le scelte necessarie a chiudere il ciclo dei rifiuti. Questo ultimo aspetto, se non invertiamo la tendenza, ci porterà ad un aumento della Tari che potrebbe raddoppiare o anche più nel giro di qualche anno».