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Corsa alla sostenibilità, ma attenzione ai falsi

Italia Oggi

Corsa alla sostenibilità, ma attenzione ai falsi

di Federico Unnia

Se tutto è sostenibile niente è sostenibile. L’assunto non fa una piega e per il mondo della comunicazione, che oggi abusa di questo termine, è un monito importante. Imprese e comunicatori possono finire infatti per sdoganare messaggi e comportamenti che non possono ritenersi corretti e veritieri. Per questo occorre una ulteriore sensibilizzazione sul tema, per comprenderne sino in fondo concetti e limiti imposti già oggi dalle norme e dai codici di condotta vigenti, ma che saranno presto regolati da direttive comunitarie. Urge una maggiore correttezza ed un utilizzo appropriato del concetto sostenibile. Su queste tematiche lo Iap (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) ha promosso un webinar in cui sono stati messi alcuni punti fermi per una corretta comunicazione soprattutto nell’area food.

«Il concetto è articolato, racchiude in sé l’aspetto ambientale, sociale e di governance. Occorre prevenire che si ammanti di sostenibilità un bene o un’impresa che non possegga tutti questi requisiti, con ciò inducendo in errore il consumatore», ha ricordato Chiara Mio, professore ordinario del dipartimento di management all’Università Ca’ Foscari di Venezia.

La comunicazione spesso ricorre al tema della sostenibilità con affermazioni e messaggi solo parzialmente veritieri (come dimostrato da uno studio del 2021 condotto dalla commissione Ue secondo cui il 50% dei messaggi green risultava non veritiero). È un problema quindi di comunicazione e di informazione, che per potersi vantare di essere davvero sostenibile necessità che tutta la filiera sia tale e non solamente il prodotto finito.

Grande attenzione infine alle confezioni, sul riciclaggio e compostaggio dei materiali e sulla produzione delle materie prime. «Fino a oggi la materia è stata regolata da norme settoriali e dalle regole del codice di autodisciplina che applicano spesso concetti simili», ha ricordato Vincenzo Guggino, segretario generale Iap. «L’Ue è al lavoro per una direttiva, le cui previsioni ridefiniranno le regole della comunicazione».

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