Ciclo dei rifiuti, fondi Ue per la sostenibilità Le proposte di Fise per facilitare la transizione green

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Ciclo dei rifiuti, fondi Ue per la sostenibilità Le proposte di Fise per facilitare la transizione green

Il Sole 24 Ore

Ciclo dei rifiuti, fondi Ue per la sostenibilità

Le proposte di Fise per facilitare la transizione green

Alessandro Galimberti

Ricalibrare la Tari, rendenendola proporzionale alla produzione di rifiuti, rafforzare la responsabilità estesa dei produttori, introdurre nuovi «certificati del riciclo», finanziare gli impianti di recupero energetico penalizzando i conferimenti in discarica. Sono le cinque proposte di Fise Assoambiente per entrare nello spirito dei tempi utilizzando le risorse europee (Next Generation EU e Fondi Strutturali) per finanziare strumenti economici di mercato e dare sostegno agli investimenti green. Proposte che sono state presentate ieri nel report «Strumenti economici per l’economia circolare e la gestione dei rifiuti, una strategia in cinque mosse».

Il punto di partenza è fiscale e riguarda la revisione della Tari da tributo a tariffa. Secondo Fise è necessario promuovere il passaggio a una tariffa rifiuti puntuale (calcolata in base alla reale produzione dell’utente), che incentivi il riciclo, limiti la produzione di scarti e, al contempo, stabilisca un razionale sistema di corrispettivi diretti per i gestori del servizio. Allo stesso tempo bisogna rafforzare la Responsabilità Estesa del Produttore

fino alle filiere oggi non coperte (materiali tessili, plastiche diverse dall’imballaggio, arredi), riconoscendo agli operatori del riciclo una parte dei ricavi provenienti dalla vendita. Ancora, secondo Assoambiente è necessario incentivare il riciclo con i nuovi «Certificati del Riciclo» per ogni una tonnellata di imballaggio, sostenere la domanda con aliquota Iva ridotta per i prodotti realizzati con beni certificati riciclati e rafforzare gli acquisti verdi da parte della pubblica amministrazione, incentivando poi il biometano e il recupero energetico per i soli scarti non riciclabili.

Infine, secondo FIse, urge prevedere a livello nazionale dei programmi di incentivazione, calibrati in funzione degli obiettivi comunitari, consentendo i finanziamenti della Banca Europea per gli impianti di recupero energetico per trattare i rifiuti non riciclabili e gli scarti dei processi di riciclo. Contemporaneamente deve essere penalizzata la tassazione sul conferimento in discarica, abolendo la tassa provinciale sui rifiuti (quota parte della Tari) e l’addizionale sulla raccolta differenziata, rivedendo al rialzo l’ecotassa sul conferimento in discarica o per l’invio all’estero e confermare la tassazione sulla plastica, ma solo su quella non riciclabile.

Secondo Chicco Testa, presidente di Fise Assoambiente, «oltre agli investimenti per adeguare l’ impiantistica nazionale, occorrono soprattutto nuovi strumenti economici e incentivi che guidino i mercati e gli operatori verso gli obiettivi ambientali e la gerarchia nella gestione dei rifiuti indicati dall’Ue».

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