Centomila i posti di lavoro a rischio, soffrono soprattutto commercio e turismo

Il rapporto Irpet Servono 5 miliardi di investimenti per creare 80 mila posti
16 Luglio 2020
16 Luglio 2020
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Centomila i posti di lavoro a rischio, soffrono soprattutto commercio e turismo

Il Tirreno, Cronaca Toscana

Rossi: «Se non si rifinanziano i sostegni al reddito sarà un disastro sociale»
In Toscana Pil a meno 11% «Come durante la guerra»
Samuele Bartolini / Firenze
Camerieri e cuochi di bar e ristoranti. Receptionist e facchini degli alberghi. Commessi dei negozi. Operai di
aziende in conto terzi del settore moda. Lavoratori autonomi. In tutto fanno 100mila posti di lavoro a rischio
per il 2020, secondo il rapporto Irpet sul’economia toscana ai tempi dei coronavirus presentato ieri a
Palazzo Strozzi Sacrati, la sede della giunta regionale, dal presidente uscente della Regione Enrico Rossi e
dal direttore altrettanto uscente di Irpet Stefano Casini Benvenuti. Gli addetti del turismo, del commercio,
della moda e i lavoratori autonomi ora vanno avanti tra sostegni al reddito causa Covid (che non arrivano
sempre) e qualche introito fresco perché hanno ricominciato a lavorare, ma in realtà nessuno sa che fine
faranno. Dipende dalla pandemia: se rialza la testa in autunno l’economia si riferma. E dipende dal governo:
se non rifinanzia i sostegni al reddito sarà un disastro.
Intanto i mesi del chiuso tutto che ci lasciamo alle spalle – marzo e aprile – sono stati un’ecatombe per
l’economia toscana. Una cifra su tutte: il prodotto interno lordo quest’anno scenderà dell’11%. «Come una
mezza guerra», ha commentato Rossi. Ma c’è chi la guerra l’ha vista tutta intera nell’emergenza sanitaria
come il presidente regionale di Confservizi Cispel Alfredo De Girolamo: «Il calo del Pil del 2020 è pari al
biennio 1943-1944 della seconda guerra mondiale». E secondo Rossi la soluzione della crisi è una ripresa
degli investimenti pubblici da 2 a 5 miliardi l’anno.
I LAVORATORI PIU’ A RISCHIO
Gli addetti del turismo, del commercio, della moda e i lavoratori autonomi: sono loro che non si sa che fine
faranno, sono loro che rischiano di vedersela brutta, anzi, bruttissima quando arriverà l’autunno, se
l'economia rimane ferma al palo e il governo non stanzia più un euro per sostenerli economicamente. Ora
alcuni ristoranti, negozi e aziende hanno riaperto l’;attività e alcuni addetti hanno ripreso a lavorare. Altri
stanno lì a casa, ancora appesi al sostegno al reddito perché l’attività non ha ripreso. Molti dipendenti hanno
chiesto e ottenuto la cassa integrazione (tutt’altro paio di maniche che poi la cassa gli sia arrivata per
davvero, c'è chi aspetta ancora il mese di aprile), altri dipendenti hanno avuto accesso ai fondi di
integrazione salariale, gli autonomi hanno avuto il bonus da 600 euro. Ma cosa succederà nel futuro a breve
nessuno lo sa.
I NUMERI DEL RAPPORTO
Intanto i mesi dell’emergenza sanitaria sono stati un’ecatombe per l’;economia toscana. L’export tra gennaio
e marzo 2020 è andato giù del 5,7%. La produzione industriale tra gennaio e aprile 2020 è crollata del
21,9% (il secondo dato peggiore in Italia dopo le Marche). Sul versante del mercato del lavoro, le scelte del
governo (blocco dei licenziamenti, estensione cassa integrazione, sostegni ai redditi lavoratori autonomi)
non hanno impedito un calo del numero dei lavoratori, soprattutto giovani e contratti meno strutturati: tra il 30
maggio 2020 e il 30 maggio 2019 meno 53mila addetti. Sul versante imprese il dato in calo più significativo
riguarda le attività connesse al turismo: meno 29mila addetti (dato di fine maggio). Più contenuto il dato del
commercio al dettaglio (-7%) e ancora di più quello dell”ingrosso (-3%). E le previsioni di Pil per il 2020 sono
di -11%.
L’EXPORT E IL TURISMO SOTTO SCACCO
Sono stati il motore della Toscana dopo la crisi del 2008. Hanno tenuto in piedi in un periodo di incertezza
globale l’economia regionale. L’export, soprattutto di moda e meccanica, ha viaggiato a ritmi da record. I 90
e passa milioni di turisti l’anno, di cui moltissimi stranieri, hanno moltiplicato le opportunità di lavoro sulla
costa e nelle città d’arte. Ma ora export e turismo sono sotto scacco. L’emergenza sanitaria ha rallentato le
esportazioni all’estero e ha impedito agli stranieri di venire in vacanza da noi. E non si sa cosa succederà nel
futuro.
LA CHIAVE DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI
Chiamateli Recovery Fund. Chiamateli Mes. Chiamateli piano settennale Ue 2021-2027. Gli investimenti
pubblici sono la chiave della ripresa post Covid per De Girolamo e Rossi. Dice De Girolamo: «Occorre
investire in infrastrutture digitali e ambientali per guarire la Toscana. La nostra proposta, 10 miliardi in 5/7
anni, va in questa direzione». Mentre per Rossi «occorre passare da una media annua di 2 miliardi a una di
5/6. E’ la richiesta che feci una anno fa, siglando il patto per lo sviluppo con sindacati e associazioni di
categoria: accelerare la spesa in sanità, quella per l’assetto idrogeologico, per la scuola, per le infrastrutture come

la Tirrenica, completare il porto di Piombino e rilanciare la produzione di acciaio, sviluppare il porto di
Livorno e l’aeroporto di Firenze. Insomma – chiude Rossi – sbloccare tante opere attualmente

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