La Nazione
Il ministro Costa esprime la fiducia all’ammiraglio e chiede a Conte lo ’stato di emergenza nazionale’
FOLLONICA Ecoballe, il ministro dell’ambiente Sergio Costa ha inviato la richiesta alla presidenza del
consiglio dei ministri per la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale. E nell’intervista al nostro
giornale che pubblichiamo nelle pagine nazionali, ha anche spiegato che la conferma dell’ammiraglio Aurelio
Caligiore come commissario sarebbe anche la scelta migliore per portare a termine la missione di recupero
delle ecoballe che giacciono a 45 metri di profondità nel golfo di Follonica.
Ammiraglio, è soddisfatto per la fiducia espressa dal ministro?
«Certamente – commenta Caligiore – devo dire però che il ministro Costa mi aveva nominato un anno fa e
quindi questa sua conferma di oggi è coerente. Il problema però è un altro».
E cioè?
«Il problema non è tanto chi fa il commissario, ma che poteri ha il commissario. Perché se non c’è la
dichiarazione di stato di emergenza nazionale e mancano i poteri per agire con procedure semplificate non
riusciremo a tirar fuori le tonnellate di plastica prima che arrivino le prime burrasche di fine estate. Ora è
necessario agire in sicurezza e velocemente».
In questo senso lei conosce bene il dossier e potrebbe portare a termine la missione in tempi brevi,
non è così?
«Il lavoro preparatorio è già stato fatto grazie ai sommozzatori della Guardia Costiera. Sappiamo dove si
trovano quasi tutte le ecoballe. Abbiamo tracciato la loro posizione nel tratto di mare a sud dell’isola di
Cerboli. La nave Ivy che le ha perdute nel luglio del 2015 era uscita da poco dal porto di Piombino. Le
ecoballe giacciono su un fondale melmoso per cui serve molta attenzione negli interventi e mare calmo. Ma
è una missione che una società specializzata può portare a termine con successo a patto che si intervenga
subito».
Se avesse l’incarico e i poteri per intervenire con procedura semplificata, come agirebbe?
«Contatterei le tre o quattro ditte che fanno questo lavoro in Italia e affiderei la missione a chi offre un
rapporto migliore tra sicurezza-costi e velocità di intervento. Non dimentichiamo che abbiamo anche aziende
a prevalenza pubblica come Saipem del gruppo Eni che hanno le competenze e le capacità tecniche per
questo genere di interventi».
Perché è necessario intervenire subito?
«Il mese di luglio è statisticamente il migliore per trovare condizioni meteo adatte alla missione. Di solito il
mare è piuttosto calmo. Andare verso settembre significa rischiare di imbattersi in periodi di mare mosso con
le prime incursioni delle correnti da nord. Chi va per mare lo sa».
Luca Filippi