La Nazione – Economia
Sebigas e il sistema che digerisce i reflui industriali e li trasforma in biogas, garantendo risparmi sui consumi
Bollette leggere se c’è il reattore anaerobico
di Valeriano Musiu
UN INNOVATIVO REATTORE anaerobico che “digerisce” le acque reflue industriali e le trasforma in biogas. Così Sebigas, società attiva dal 2008 e specializzata nel biogas con più di 80 impianti in tutto il mondo, in collaborazione con l’azienda statunitense Headworks International, converte un prodotto di scarto in una risorsa preziosa che può portare benefici immediati ad alcuni settori industriali particolarmente colpiti dall’aumento dei prezzi dell’energia, con il gas che negli ultimi giorni si aggira sui 100 euro al Megawattora. «Si chiama “Anaerobic Moving Bed BioFilm Reactor” (anMBBR). Parliamo di reattore “anaerobico” perché lavora senza ossigeno grazie a dei batteri che, attraverso un processo di digestione, trasformano il carico organico presente nel refluo in biogas utile per produrre energia elettrica e termica», racconta Federico Torretta (foto a destra), Product manager di Sebigas. Nello specifico, il trattamento dei reflui industriali avviene inserendo nel reattore dei “media carrier”, cioè elementi di plastica vergine che vengono lasciati in sospensione e funzionano da supporto per la proliferazione dei batteri. Oltre alla possibilità di produrre energia, questo sistema presenta almeno due ulteriori vantaggi: «Si producono meno fanghi biologici di scarto, quindi diminuiscono i costi per il loro smaltimento. E poi questo processo naturale richiede meno energia elettrica rispetto ai processi aerobici, che si basano invece sull’uso di dispositivi per dosare l’ossigeno necessario per l’ossidazione», continua Torretta. Un processo, quello della digestione anaerobica, che garantisce alle aziende di ridurre anche il proprio impatto ambientale: «Il biogas, composto da metano e anidride carbonica, non viene rilasciato in atmosfera ma viene trasformato in energia elettrica o termica. A livello ambientale, questo significa valorizzare un gas come il metano che ha un potere climalterante di 25 volte maggiore rispetto a quello della CO2». Ma non solo: «In alcuni casi progettiamo una linea di depurazione completa che permette di purificare il refluo fino a farlo diventare acqua pulita, che tecnicamente viene definita “acqua scaricabile in corpo idrico superficiale”. Un’ulteriore risorsa da destinare da destinare agli utilizzi interni dell’azienda, come ad esempio al lavaggio di alcuni mezzi oppure ai servizi igienici. Il vantaggio principale è la riduzione del consumo di acqua». Un beneficio notevole, visto che secondo gli ultimi dati Istat nella nostra rete idrica vengono dispersi ogni anno circa 3,5 miliardi di metri cubi a causa delle pessime condizioni dell’infrastruttura. Il reattore anaerobico potrebbe rivelarsi una tecnologia particolarmente adatta a diverse industrie italiane del settore alimentare come caseifici, birrifici, zuccherifici, distillerie, macelli e aziende che producono soft drink.