Il Tirreno, Cronaca di Livorno
Biometano dagli scarti del Rivellino e i residui della tavola
L’impianto sarà realizzato all’interno dell’area di Aamps al Picchianti, che una volta spento l’inceneritore (autunno 2023) sarà trasformata per convertire in energia gli scarti in arrivo dal Rivellino e dai bidoncini del porta a porta, dai nostri bagni e dalle nostre tavole. Oggi in via dell’Artigianato, accanto all’inceneritore, si possono già vedere i cilindri bianchi di cemento dove ogni anno vengono raccolte le 4.500 tonnellate di fanghi del Rivellino (per smaltirle Asa spende un milione). È qui che entrerà in funzione l’impianto di digestione anaerobica che servirà per trasformare in biogas non solo quei fanghi, ma anche le 17mila tonnellate di rifiuti organici, che Aamps fa smaltire nel nord Italia per 2 milioni all’anno. I due digestori lavoreranno come dei fermentatori accelerati, con i batteri che in assenza di ossigeno porteranno alla produzione del biogas (da qui la necessità di prevedere lì un nuovo gasometro). Il materiale ottenuto dovrà poi essere lavorato una seconda volta per arrivare al biometano. Secondo le previsioni, questo primo impianto porterà alla produzione di un milione e 800mila metri cubi di biometano all’anno, buono per alimentare 50 mezzi aziendali. Ma dall’impianto usciranno anche 7mila tonnellate di scarti, “digestato”, che nella fase due di questo piano si vuole destinare a un altro impianto – per il trattamento di sfalci e potature – da costruire in un’altra area, sempre in città.