Corriere della Sera
Economia circolare
Biomet, dai rifiuti il metano «green» per la mobilità
Nicola Saldutti
Emettere meno CO2 sta diventando sempre di più una sfida tecnologica, ma soprattutto imprenditoriale. Una competizione tra le forme di energia che cambia gli scenari. Antonio Barani, amministratore delegato di Biomet e fondatore di Ankorgaz ha cominciato con il trading dei prodotti petroliferi, benzina e gasolio. «Poi, per caso, mi sono imbattuto nel biometano, era il 2017. Un impianto di trattamento dei rifiuti aveva bisogno di Gpl. Scopro questo mondo e decido di cambiare, cedere le vecchie attività per investire in questa nuova frontiera». E’ un pezzo di futuro dell’energia, così la decisione di uscire dal settore fossile. Rileva l’impianto di trattamento dei rifiuti di San Rocco (Lodi). Era fallito, fu l’unico offerente. Il valore? «Non tanto i 20 mila metri quadrati ma il fatto di disporre di una delle poche autorizzazioni per la generazione di biometano da rifiuti. Il progetto è diventato questo: realizzare la prima filiera integrata di produzione e distribuzione del Bio-Gnl. Dalla generazione, allo stoccaggio, alla distribuzione per fornire un contributo alla mobilità sostenibile. Un sistema di economia circolare, la produzione a San Rocco, l’immissione nella rete Snam, il passaggio a Belgioioso a Pavia per la liquefazione a 160 gradi sotto zero e poi la vendita alla stazione di servizio», aggiunge. Investimenti per 40 milioni e un programma che dovrebbe concludersi a settembre 2022. L’impianto di Lodi è a dieci chilometri da Codogno, il primo focolaio della pandemia. Nel capitale di Biomet è entrato con il 50% Walter Lagorio, di Unogas. «Ho fatto trading di gasolio per anni, a un certo punto mi sono reso conto che il futuro è delle rinnovabili, ma era necessario costruire un sistema integrato. Le agevolazioni previste vengono utilizzate ancora per una quota piccola, solo 200 milioni di metri cubi mentre si potrebbe arrivare a un miliardo. Bisognerebbe estendere la possibilità di utilizzare, oltre ai rifiuti il mais. Bisogna ragionare sull’intera filiera per valutare l’impatto ambientale. Dalla generazione alla logistica». L’obiettivo: produrre 8.500 tonnellate di bio-gnl all’anno.