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La Repubblica- Green&Blue

Arriva il primo detergente per casa ottenuto dal compost

Si chiama Veles, è composto da acqua, acido acetico, acido lattico e alcol presenti nei rifiuti organici e profuma di lavanda, bergamotto e menta

Sul mercato è sbarcato “il primo detergente a circuito chiuso”: si chiama Veles ed è il risultato di un percorso di riciclo che porta dagli avanzi alimentari allo spray per la pulizia della casa. L’idea è di Amanda Weeks, che nel 2014, a New York, ha fondato la società Ambrosia con la missione di riutilizzare i rifiuti ed evitare che finiscano in discarica. Lanciato all’inizio del 2020, Veles è il prodotto inaugurale di Ambrosia; è composto da acqua, acido acetico, acido lattico e alcol presenti nei rifiuti organici e profuma di lavanda, bergamotto e menta.

Lo spray è confezionato in bottiglie di alluminio (materiale infinitamente riciclabile), che i consumatori possono conservare e riempire con ricariche di detergente sfuso. Una bottiglia costa 20 dollari, un prezzo più alto di quello dei prodotti analoghi venduti nella plastica, proprio per far capire che il risparmio deriva da scelte poco sostenibili. E, in effetti, Veles sembra riscuotere un successo notevole, visto che c’è una lista d’attesa di ordini.

Come si produce? In pratica, Ambrosia – acquisita dalla società Recycle Track Systems – preleva i rifiuti organici dalle società di gestione, che li trasportano dalle aziende ai punti di riciclo. In un laboratorio nel New Jersey, poi, ingegneri chimici e biologi estraggono le sostanze utili e le suddividono secondo l’uso. I prossimi progetti in cantiere sono un detersivo per piatti, un fertilizzante agricolo e ingredienti di base per prodotti per la cura della pelle. I dettagli, però, non vengono divulgati perché la concorrenza sta crescendo.

Weeks ha 36 anni e ha iniziato la sua carriera in un ufficio marketing. Ma ha presto deciso di documentarsi e dedicarsi alla politica ambientale. Era il 2013 e a New York era appena stata emanata una legge sul riciclo dei rifiuti alimentari; Weeks ha individuato una lacuna: esisteva un grande impianto di compostaggio nel Delaware in cui finiva tutto il cibo buttato, ma, se fosse esistita una società di gestione nella Grande Mela, i trasportatori di rifiuti non avrebbero più dovuto attraversare i confini statali. Perciò è nata Ambrosia.

Secondo ReFed, organizzazione non profit che monitora lo spreco alimentare, il settore ha attirato più di un miliardo di dollari di investimenti nel 2020; nel 2019 erano arrivati 800 milioni. Considerando che ogni anno gli americani mandano circa 52 milioni di tonnellate di materiali organici nelle discariche, si possono calcolare le enormi opportunità di business che la soluzione del problema ha creato.

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