La Repubblica – Roma
Ama chiede aiuto “A Napoli i rifiuti della capitale”
Si tratta per trasferire cento tonnellate al giorno di indifferenziata Il sindaco De Magistris: “ Bisogna prima capire quale sarà l’impatto”
di Lorenzo d’Albergo Nel grande gioco dell’oca dei rifiuti può accadere di tutto. Anche che alla fine sia Roma a dover chiamare Napoli — che sotto la spazzatura ha rischiato di restare sepolta dal 1994 al 2012 — per uscire dall’angolo. Per provare a venire a capo di una situazione in cui, considerata la drammatica e ormai cronica assenza di impianti di trattamento dell’immondizia, si è messa da sola.
Ma torniamo allo scambio di comunicazioni tra la capitale e il capoluogo partenopeo. Risalgono alla scorsa settimana, più precisamente al 2 aprile, gli ultimi contatti tra Ama e la partenopea Sapna. La municipalizzata capitolina ha chiesto alla società a servizio della Città Metropolitana di Napoli la disponibilità a trattare 100 tonnellate al giorno di rifiuti indifferenziati nei suoi impianti di trattamento meccanico biologico di Tufino e Caivano.
Se arriverà la stretta di mano, finiranno in Campania tre tir dei 160 che già oggi partono da Roma per portare gli scarti capitolini in giro per l’Italia. Sempre che si raggiunga un’intesa politica oltre che tecnica. Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, avrebbe gradito una chiamata dal Campidoglio della collega Virginia Raggi e dalla Regione del presidente Nicola Zingaretti. Questione di diplomazia. Ma non solo: « Bisogna ascoltare chi ha bisogno a differenza di quanto magari è accaduto viceversa nel passato. Ma è necessario parlarsi per comprendere la portata dell’aiuto che la città Napoli dovrebbe dare a Roma per scongiurare l’emergenza rifiuti nella capitale » , spiega il primo cittadino partenopeo togliendosi qualche sassolino dalle scarpe.
Ma la crisi romana non finisce in Campania. Dopo la chiusura della discarica di Roccasecca, paesino nel frusinate, sono partite le trattative con gli impianti di trattamento e smaltimento e sono in corso contatti con la Toscana, l’Emilia Romagna, l’Abruzzo e le Marche. Entro il 14 aprile, inoltre, Ama deve bandire una gara per l’export dei rifiuti all’estero. «Invitalia ha già preparato tutte le carte per il bando — Ricorda l’assessore ai Rifiuti della Regione, Massimiliano Valeriani — e l’ordinanza del governatore Zingaretti è chiara sul punto » . Si tratta dello stesso documento con cui Roma è obbligata a mostrare alla Pisana un piano concreto di sviluppo di impianti per rendersi autosufficiente. C’è tempo fino al primo maggio, poi scatterà il commissariamento. La Regione è pronta a subentrare al Comune.
«L’accordo con Napoli la dice lunga su come sia messa Roma. Qui si vuole chiudere il Tmb di Rocca Cencia senza avere un’alternativa, i due impianti di compostaggio che abbiamo autorizzato a Casale in Selce e Cesano non sono mai stati realizzati e da palazzo Senatorio non hanno chiesto nemmeno un centesimo degli 80 milioni messi a bando per realizzare nuovi impianti. Ora il Campidoglio assuma le decisioni che abbiamo chiesto. Smetta di scaricare gli extracosti sulla Tari, sulle spalle dei romani», attacca Valeriani. In Regione stimano in 200 milioni l’anno, un miliardo di euro da quando Raggi è sindaca, la spesa sostenuta per portare i rifiuti oltre Gra.
La replica arriva da Daniele Diaco, presidente della commissione Ambiente del Comune. «L’unica gestione che andrebbe commissariata è quella di Zingaretti » , è la risposta del grillino. A fargli eco sono i sindaci del frusinate che ieri hanno chiesto al ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani: « È la Regione a dover individuare i siti per gli impianti, non i comuni » . Una posizione su cui si è schierato ormai da anni anche il Campidoglio 5S. Nel rimpallo, con lo spettro del commissariamento, intanto la capitale chiama Napoli e sprofonda: nei primi 6 mesi del 2020, la differenziata a Roma è scesa dello 0,5% rispetto al 2019, attestandosi a quota 44,9%. Per Legambiente si tratta di « un’incredibile crescita zero».