Corriere Fiorentino
I costruttori: «Il problema sta negli enti pubblici»
Massai (Ance): pochi tecnici e poco esperti, si mettano i Comuni in grado di assumere
Matteo Lignelli
«Non vogliamo essere pessimisti, ma è vero che non sappiamo se in Toscana riusciremo a completare tutti i progetti del Pnrr. Di certo sarà difficile». Sulla situazione di stallo che vive il Piano nazionale di ripresa e resilienza interviene Rossano Massai, presidente di Ance Toscana, l’associazione dei costruttori edili. Uno dei rischi, viste le quasi tremila opere da realizzare, è che non ci siano abbastanza imprese. «Che le aziende dopo la crisi si siano dimezzate è un fatto reale» commenta Massai, «così come che i bonus degli ultimi anni ne tengano impegnate molte, o la difficoltà a reperire nuova manodopera. Non si trovano più figure da cantiere e altre figure. Tuttavia credo che le criticità principali siano altre». La prima riguarda le amministrazioni: «In particolare nei piccoli Comuni, dove troviamo un solo tecnico che deve occuparsi di tutto, non può essere sufficiente. Lo Stato ha permesso agli enti pubblici di assumere personale, ingegneri, ma secondo le nostre ricerche sono in maggior parte neo laureati senza quell’esperienza che servirebbe per progetti così importanti in tempi rapidi. Mentre chi c’è già in certi casi non ha l’aggiornamento professionale che servirebbe. Si deve mettere i Comuni in grado di assumere perché questo è il vero problema, a maggior ragione adesso che sono aumentati i costi delle materie prime». «Una ditta — spiega — ha bisogno di un progetto esecutivo con costi ben calcolati, altrimenti poi si ferma tutto e il cantiere non arriva in fondo, oppure il bando va deserto. Nessuno lavora senza garanzie, e oggi le imprese devono anche anticipare i soldi del materiale quindi si tutelano se non intravedono certezze». L’altra «falla» per Ance Toscana è la burocrazia, troppo lenta, con «iter di 7 o 8 anni per opere di 15 milioni» e regole che cambiano di continuo senza permettere alle aziende di strutturarsi sul lungo periodo. «Servirebbe una norma strutturale che duri almeno 10 o 15 anni» dice Massai. I rincari, ammette, sono un altro freno per il Pnrr e per superarli serve più «collaborazione» tra pubblico e privato. Poi, conclude, «ci possono essere realtà dove per lavori piccoli si muovono solo ditte della zona. Ma se siamo in ritardo non dipende dalle aziende, ma dagli enti pubblici».