Greenreport
Coinvolti 66 Comuni, che ora sono chiamati all’approvazione
La nascente Multiutility della Toscana si presenta in Regione
Giani: «È innegabile che si tratta di un momento storico, guardiamo con grande simpatia a questo progetto»
Di Luca Aterini
Sulla Multiutilty della Toscana, un’idea sbocciata nel dicembre 2020 dai Comuni di Firenze, Empoli e Prato
per andare a comporre una società che unisca i servizi pubblici nel comparto idrico ambientale ed
energetico, si inizia a fare sul serio.
L’evoluzione del progetto – dettagliata ieri su queste colonne – è stata presentata oggi nella sede della
presidenza della Regione, dopo che nei giorni scorsi era arrivato un primo, decisivo passo in avanti tramite
la fusione in Alia (azienda pubblica che gestisce i servizi d’igiene urbana nella Toscana centrale) di Consiag
(società di 23 comuni con partecipazione importanti in Estra e Publiacqua), Publiservizi (holding di 35
Comuni) e Acqua Toscana (costituita dalle amministrazioni comunali per raccogliere le loro partecipazione
azionarie di maggioranza in Publiacqua).
La struttura post fusione, con quote destinate ai Comuni di Firenze (37,1%), Prato (18,2%), Pistoia (5,4%)
Empoli (3,4%) ed altri 64 comuni toscani (35,9%) sarà ora sottoposta all’approvazione, entro settembre
2022, da parte dei Consigli comunali e dell’Assemblea della società.
La nuovo Multiutility, già solo con questo nucleo di partenza, sarebbe il quarto o quinto gruppo a livello
nazionale, è stato detto stamani, con 72 milioni di euro di benefici per gli azionisti e i cittadini, 700 milioni di
ricavi e 171 di investimenti, oltre a significative partecipazioni in Estra (39,6%), Acque (19,3%) e Toscana
Energia (31%).
Ma l’obiettivo è ben più ampio: il percorso di aggregazione è stato infatti disegnato come una piattaforma
aperta, in grado di coinvolgere sin da subito tutte le utility toscane.
A seguito della approvazione in Assemblea, saranno pertanto previsti due successivi aumenti di capitale: il
primo, approssimativamente entro l’ultimo trimestre del 2022, rivolto ai conferimenti delle quote da parte
delle altre utilities interessate. Il secondo, entro il 2023, attraverso la quotazione e la creazione di una public
company con almeno il 51% del capitale sociale detenuto dai soci pubblici e il 49% finanziato dal mercato
azionario.
Un progetto aperto e cinque capisaldi, richiamati un po’ da tutti i sindaci intervenuti stamani: controllo
pubblico blindato (almeno il 51%), più risorse per maggiori investimenti (1 miliardo di euro già all’inizio,
potenzialmente 1,5 a regime), 2mila posti di lavoro in più, raddoppio dei dividendi e quindi più soldi a
disposizione dei Comuni per gestire i servizi ai cittadini, la prospettiva infine di tenere sotto controllo
l’aumento delle tariffe.
«È innegabile che si tratta di un momento storico – commentata il governatore della Toscana, Eugenio Giani
– La Regione non ha competenze su questo tema: l’operazione sta in capo alle amministrazioni comunali.
Ma per la Toscana tutta diventa un elemento di grandissimo significato avere una multiutility di dimensione
regionale. Non possiamo dunque che sostenere e guardare con grande simpatia a questo progetto».
Un progetto che vede alla guida Alberto Irace, l’ad di Alia incaricato dai soci alla costruzione del progetto
Multiutility, e che si preannuncia carico di novità nei prossimi mesi.