Corriere Fiorentino
L’impianto per il metano dai rifiuti e altri 144 progetti con i bandi Pnrr
A Rufina il biodigestore, a Cecina il centro di gestione dell’immondizia spiaggiata
Mauro Bonciani
I fondi del Pnrr come occasione per accelerare e concretizzare in Toscana i progetti per nuovi impianti di trattamento dei rifiuti, per incrementare la raccolta differenziata, per diventare autosufficienti sulla gestione dell’organico. Ieri la Regione ha illustrato i progetti presentati ai bandi del ministero della Transizione ecologica nell’ambito del Pnrr: sono 145 per un valore complessivo di 407,8 milioni, di cui circa 350 finanziati dallo Stato.
Una partita importante per la competitività e la sostenibilità ambientale della Toscana, che sarà giocata prima con il risultato del bando nazionale con il quale verranno distribuite le risorse, poi con i cantieri da chiudere entro il 2026. I progetti sono stati divisi per territori (in relazione agli Ato, gli ambiti di programmazione dei rifiuti) Costa, Centro e Sud. La Costa ha presentato progetti per oltre 190 milioni. «Le richieste della Toscana — sottolinea l’assessora regionale all’Ambiente, Monia Monni — abbracciano tutti gli ambiti di intervento con soluzioni di qualità che ci auguriamo vengano in larga parte finanziate. Ma contiamo di realizzare comunque tutti i progetti in cantiere. In particolare vogliamo l’autosufficienza sull’organico, oggi ne esportiamo 160 mila tonnellate l’anno, grazie a biodigestori che produrranno biometano, e potenziare le filiere dal recupero e riuso dei rifiuti differenziati».
Per quanto riguarda il Centro sono stati proposti due nuovi impianti, il primo è un digestore anaerobico per il trattamento dell’organico che costerà 28,5 milioni e che entrerà in funzione nel Comune di Rufina (Firenze) al posto dell’inceneritore, chiuso da anni; l’altro selezionerà la carta e il cartone provenienti dalla raccolta differenziata, costerà 12,5 milioni e sarà realizzato alla periferia di Pistoia.
L’Ato Costa punta con ben 70 progetti su isole ecologiche, centri di raccolta-riuso, gestione dei pannolini e dei rifiuti tessili a Capannori e a un centro per lo smaltimento dei rifiuti spiaggiati, a Cecina.
L’Ato Sud ha proposto 18 progetti che prevedono l’acquisto di cassonetti intelligenti per 19,8 milioni, sei isole ecologiche interrate (per 6,6 milioni), 11 nuovi centri di raccolta, sei adeguamenti previsti di centri già esistenti (7,3 milioni) e sette nuovi impianti per 100,6 milioni, di cui tre digestori anaerobici.
«Non c’è un problema di risorse perché oltre al Pnrr c’è la prospettiva dei fondi strutturali europei, su opere di questo genere il Fondo europeo per lo sviluppo regionale ci prospetta dal 2021 al 2027 1,2 miliardi», ha detto il governatore Eugenio Giani rispondendo alla domanda su eventuali progetti non finanziati dal bando.
Sul fronte del Pnrr le Province — oggi ci sarà l’assemblea regionale dell’Upi, l’Unione delle province — chiedono più poteri. «È una sfida epocale — dice il presidente toscano Luca Menesini — Le prime risorse del Pnrr sono arrivate proprio nelle Province, oltre 150 milioni e 120 interventi nelle scuole superiori. Urgono interventi per i nostri bilanci e lo sblocco delle assunzioni per tutte le province. E una riforma della legge Delrio, riportando alcune funzioni sui territori a partire dallo sviluppo economico, e attuare il Pnrr».